venerdì 9 marzo 2012

DELLAMORTE DELLAMORE EDIZIONE SPECIALE COLLEZIONISTI


Edizione: "PENTAVIDEO S.R.L."
Anno: 1994;
Supporto: DOPPIA VHS;
Gadget contenuto: POSTER LOCANDINA DEL FILM.
Cofanetto di ottimo effetto scenico, almeno per l'epoca, contenente la versione del film di Soavi in doppia vhs.
Le dimensioni sono di 21,5 cm x 23,8 cm.
La seconda vhs è ricca di contenuti speciali.   Presente inoltre il poster-locandina del film. 
 
Francesco Dellamorte è un uomo schivo, deluso, forse simile all'autore, con evidenti difficoltà relazionali, spesso oggetto delle burle dei propri concittadini a causa della sua inconsueta professione: custode del cimitero di BUFFALORA. 

La regia del film è affidata a Michele Soavi.  Siamo in attesa da tempo di un sequel.   Le riprese teoricamente dovrebbero già essere iniziate.   La criticata pellicola si ispira all'omonimo romanzo di Tiziano Sclavi con sceneggiatura di Gianni Romoli.
Gli effetti speciali furono affidati al grande Sergio Stivaletti che in questa occasione, delude mentre la colonna sonora è di Manuel De Sica.
Le scene principali sono state girate a Guardea, in provincia di Terni mentre gli esterni del cimitero ad Arsoli, in provincia di Roma.
Il vecchio cimitero di Guardea, oggi un giardino all'inglese, così come Piazza Panfili, sono divenuti luoghi cult per gli appassionati di Dylan Dog.
L’ambientazione del film è tipicamente da paesini nebbiosi del pavese…
Francesco è circondato da non morti che ignari non sanno di esserlo. 
Anche in questo caso Sclavi, da memoria “romeriana”, fornisce una peculiarità ad un genere di zombie grottesco, un “non morto”  che nemmeno dopo il trapasso riesce a sottrarsi alle banalità quotidiane fatte di conformismo  e abitudini.  Tutto ciò induce a pensare a "DAWN OF THE DEAD" in cui gli zombie di Romero tornano nelle grandi catene commerciali inesorabilmente attratti dal consumismo anche dopo la morte. Il "provincialismo" è visto come un incubo da cui è difficile sottrarsi.
Agli occhi dei profani e grazie a una campagna pubblicitaria alquanto equivoca per lungo tempo si pensò a Dellamorte Dellamore come a un film su Dylan Dog.
Quel volto di Dylan Dog, non Dylan Dog, convince molto di più delle fattezze di un palestrato attore che in tutta onestà spero torni a occuparsi di criptonite e lasci perdere i ritornanti.
Sono stati versati fiumi di inchiostro per criticare questo film, nonostante sia entrato ormai a far parte dei cult, rivalutato dopo l'ultimo fiasco made in USA.
Già risulta molto difficile fare una trasposizione da fumetto a cinema, se aggiungiamo la scarsa cultura in merito al personaggio del regista, e l'assenza di quelli che erano elementi che non possono mancare in una sceneggiatura riguardante Dylan Dog, ecco che esce quel pastrocchio di K. Munroe, assolutamente imparagonabile all'opera di Soavi, nonostante trattasi di personaggio ben diverso.
Purtroppo uno degli errori di Soavi fu quello di affidare il ruolo femminile a una Falchi (attrice???) a cui il regista dedica delle inquadrature generose sfruttando le uniche doti (2): le ghiandole mammarie.
E' un film a suo modo impegnativo, l'horror grottesco assume toni ironici, il personaggio cerca di sfuggire alla realtà quotidiana trasformandola in normalità, il che è già surreale.
Come Dylan Dog, l'umano Dylan Dog, Francesco Dellamorte vive nel suo mondo fatto di inquietudini, fobie e convinzioni, lo stesso mondo che è proprio dell'autore.
Dellamorte Dellamore è anche satira sociale e politica, il sindaco bigotto, il politico vizioso seppelliti dalle carte, dalla burocrazia, più degli stessi zombie che in realtà dovrebbero esserlo.
Francesco, dopo aver perso ogni stimolo al proseguo, e incapace di distinguere i vivi dai morti, decide di lasciarsi tutto alle spalle abbandonando Buffalora.
Purtroppo la fuga non sarà possibile in quanto l'autostrada terminerà in un baratro ove nulla esiste, il mondo termina lì.   Le riprese di Soavi dovrebbero proprio cominciare da questo punto.
Il romanzo di DELLAMORTE DELLAMORE incarna l'arte di Sclavi che sapientemente conduce il lettore a confrontarsi con la realtà quotidiana accettandola inesorabilmente. 
Apprezzo anche la trasposizione cinematrografica di Soavi che, nonostante alcune lacune interpretative, tra cui una Falchi fuori luogo, fornisce argomenti e spunti di riflessione, gli stessi voluti dall'autore e interpretati nel giusto modo dal regista.
Segnalo inoltre che a "CIAK", la rivista di cinema, con l'uscita del film, venne allegata la classica cartolina formato 10,1 cm x 13,8 cm (vedi foto sopra).   Dati e trama nel retro.
Rimanete sintonizzati per ulteriori notizie sul sequel di DELLAMORTE DELLAMORE.
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3 commenti:

  1. Ma scusami perchè quello fatto in america che e' un film???
    Se Dylan dog vede il suo film produzione made in America rimane ucciso durante il sonno per il rigurgito del suo vomito...
    Ave Soavi, Anni falchi fuori luogo si ma anche da zombi un pensierino malandrino ce lo farei...

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  2. Un pensierino è lecito e penso lo farebbero in molti ma Everett non è Siffredi e Soavi non è un regista del Misex.

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  3. Aggiungo, da un punto di vista collezionisto, l'esistenza di altri tre tipi di VHS Italiani dell'epoca.
    Tutti singoli e non doppi. Uno è quello famoso e molto diffuso edito da Panorama, e poi altri due nello stile di quello collezionistico doppio con immagine a inizio articolo.

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