sabato 14 gennaio 2012

L’AFFARE DYLAN DOG.

“Il mondo si evolve. Se una volta si ammazzava la noia con un fumetto oggi ci sono mille altri modi per divertirsi”.
Purtroppo credo sia la nuda e cruda verità.

Sicuramente starete pensando: che visione negativa ha chi fa un’affermazione di questo genere?

Questa frase venne pronunciata da colui che sosteneva la sua personale tesi in merito al futuro del "fumetto", il quale, a suo avviso, diventerà presto un prodotto di nicchia.

Trattasi di uno stralcio dell'intervista rilasciata nel maggio del 2007 da Guido Nolitta alias Sergio Bonelli a "Business People”.


Rammento a chi non ne fosse a conoscenza che Sergio Bonelli, per non offuscare la memoria e l'importanza del padre Gianluigi, e per non destare confusione tra i lettori, decise di utilizzare questo alter ego firmando in tale veste i suoi futuri successi.

Sergio fu autore di 2 personaggi molto importanti, "Zagor", lo spirito con la scure, che prosegue dopo oltre 50 anni la sua vita editoriale, sia in Italia che all'estero, e "Mister NO”, un personaggio realmente esistito e che conobbe durante i suoi viaggi in Amazzonia.

Queste sue previsioni, poco confortanti, non sono certamente molto coerenti e in linea con quello che lui fece per tutta la vita: far sognare milioni di persone con i suoi fumetti.

In pochi proseguirebbero una professione con la convinzione che, nell’immediato futuro, essa sarà pressoché estinta, o comunque ridotta ad una crisi di settore così aspra.

Sinceramente credo che Sergio Bonelli fosse un uomo molto modesto.

Forse non voleva valutare quelli che sono i dati, ovvero che in Italia il fumetto è molto più diffuso che all’estero, personaggi come Tex e Zagor continuano a uscire in edicola da oltre 50 anni.

Ciò nonostante si seguita a sentire che il fumetto è in crisi.

In Italia queste pubblicazioni sono ancora una realtà a tutti gli effetti e il collezionismo è molto più diffuso che in passato, agevolato forse dalle nuove tecnologie che permettono alle informazioni di arrivare molto più celermente che un tempo.

La "Sergio Bonelli editore" è a tutti gli effetti la casa editrice leader in Italia come vendite grazie a testate quali Tex , Dylan Dog e Zagor.

Perché quindi questa visione così negativa?

L’avvento delle mini-serie, prodotti che iniziano con sprint e terminano frettolosamente, lasciando l’amaro in bocca ai lettori, sono chiaro sintomo di sfiducia nel medio-lungo termine. Le case editrici sperimentano il mercato e proseguono solo se i dati sulle vendite sono confortanti.

Ci sarà da dimenticarsi quindi di personaggi seriali come quelli che ho appena citato?

Molto probabile!

Non è possibile negare che negli anni precedenti alla diffusione delle tv locali private, e dei lettori vhs il fumetto stava passando un periodo molto florido.

Pensiamo a quelli di carattere erotico e horror-erotico che venivano pubblicati in Italia, e qua potrei fare parecchi nomi che erano particolarmente diffusi, pubblicazioni “da caserma” per intenderci, con nomi d’arte che spaziavano dagli “strumenti musicali” a quelli “per la pulizia della casa”.

Si trattava di fumetti hard dove il sesso era componente principale.

Ne avete più visto uno in edicola dopo l’avvento delle vhs? No, certamente, in effetti le immagini trasmesse da un televisore sono assolutamente più immediate della carta stampata.

Questa quindi l’origine della morte editoriale del genere erotico.

Le consolle da gioco di quei tempi, nonostante abbastanza spartane, (mi riferisco al mitico “C64” che tanti tra voi magari come me ancora posseggono seguito dai vari “Amiga”, oppure qualcuno ricorderà lo “ZX-Spectrum” o “l’Atari”) hanno contribuito anch'esse e non poco a mandare in crisi l'editoria a fumetti, non parliamo di oggi con le moderne consolle la cui grafica è certamente paragonabile a quella delle classiche “sale gioco”.

Questi fattori, o innovazioni, procurarono e procurano certamente una diminuzione delle vendite ma ciò a parlare di crisi…

Credo che se diverranno prodotti di nicchia, e saremo costretti ad acquistarli nelle fumetterie, quello sarà il vero e proprio tracollo.

L’Italia non è l’America, siamo abituati a prendere il quotidiano e nella stesso istante andarcene con i nostri amati fumetti inseriti nel centro della “Gazzetta” di turno o del “Corriere della sera”.

Si fa quindi un gran vociare di crisi ma se vogliamo tornare al nostro Dylan Dog, oggi, le manifestazioni a lui dedicate, sbocciano come le primule.

Prendiamo atto che non sempre questi fenomeni sono motivati da mera passione per il fumetto, spesso trattasi di business nudo e crudo.

Talvolta bisognerebbe girare l’Italia per star dietro a tutte le mostre organizzate anche in paesini sperduti, eventi che hanno il solo scopo di “far cassa”, introiti facili pagati dai collezionisti ad associazioni che di facciata si definiscono no-profit ma di fatto sono gruppi di persone che raramente si occupano di volontariato o di problemi sociali e i cui introiti non vengono certamente devoluti a fin di bene.
 
La conferma di quanto sopra è che, non appena si conclude la mostra, i relativi gadgets per essa prodotti, finiscono nei siti di aste on line, gadgets realizzati a basso costo, utilizzando la facciata del "no profit", o comunque avuti gratis dai “soliti noti”, gli amici degli amici, e l’affare continua…

Lo stesso Sergio Bonelli, se ci pensate, per scelta, non ha MAI voluto sfruttare l’aspetto commerciale derivante dei suoi personaggi, ha sempre concesso “licenze” più o meno formali a terzi.
 
Di recente l'Editore milanese si è astenuto sia dal commentare il noto film “Super-Dylan poco Dog ma molto Super” sia dal partecipare alla sua realizzazione, inutile a mio avviso, un film che non ha fatto altro che dare un’idea distorta del personaggio.

Ci sono tantissimi progetti rimasti in cantiere e legati a Dylan Dog, magari molti di voi non ne hanno mai sentito parlare.

L’attenzione verso l’Old Boy è comunque sempre molto alta, è un fumetto che ormai non è più fumetto, ma affare, per tutti coloro che sanno cogliere l’occasione.

Sino a che lo troveremo in edicola…

Farò riferimento ora ad un paio di questi progetti in stand bye riguardanti Angelo Stano.

Credo che le statuine di Dylan Dog siano uno dei gadget, se così posso definirle, più ambite dai collezionisti.

Vi è da rimarcare che quelle “pre-Infinite Statue”, erano abbastanza spartane e poco curate, tutte o quasi, una in particolare è stata realizzata in tiratura limitata.

L’immagine a lato è un progetto di Angelo Stano per un prototipo di una statuina di Dylan Dog.

Sempre da Stano venne realizzato un progetto per un videogames.

Come tutti sappiamo, gli allevatori di maiali sono fortunati, è un animale da cortile la cui macellazione da i suoi egregi vantaggi, risaputo che di esso non si butta via nulla, è un po’ così anche per Dylan Dog e infatti, nonostante il video gioco non venne realizzato, noterete nella prossima immagine qualcosa di particolare.

La statuina a cui facevo riferimento pocanzi è la “PIXI”, prodotta in Francia, a Parigi, per conto di “Hazard Edizioni Milano” in edizione limitata a 600 pezzi numerati progressivamente.

La statua è contenuta in un pregevole imballo in cartone rigido con sfondo all’interno.

A corredo del tutto è allegato un certificato d’origine/di produzione oltre a un cartoncino che riporta la numerazione del prodotto.

Non è più uno di quei pezzi che troviamo facilmente, la quotazione media si aggira attorno alle 150-200,00 euro ed è l’unica statua realizzata ad arte prima della più recente “Infinite statue”.

Per quanto concerne la "Infinite statue" un paio di aspetti andavano curati meglio: il primo è la colorazione della camicia, la quale dovrebbe essere rosso sangue e non un bordeaux scuro oltre all'eccessivo pallore del volto.  Di seguito vi mostro l'immagine della "PIXI".


Noterete che all’interno dell’imballo ritroviamo lo sfondo creato originariamente per un videogames.  E' stato se così si può dire “riciclato” per un altro progetto, quello di una statua effettivamente prodotta per conto terzi, non certamente dalla Sergio Bonelli Editore che si è limitata a dare approvazione.  Si tratta pertanto di un prodotto ufficiale.

In effetti Dylan Dog è sempre un affarone.

Crisi?

E’ una crisi atipica che alimenta ancora un florido commercio.
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12 commenti:

  1. Ottimo Stefano! Come al solito, dai tanti di quegli spunti di riflessione che è difficile scegliere da dove iniziare.

    Mi piacerebbe però puntare la lente sulla questione delle mini-serie. Quasi tutte iniziano bene e finiscono frettolosamente, hai ragione. E' un vero peccato ad esempio non poter continuare a leggere Brad Barron. Quando lanciano una nuova mini serie ho come l'impressione che tentino di far cassa senza impegnarsi più di tanto, non trovi? Magari mi sbaglio...

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  2. Credo che tu non ti stia assolutamente sbagliando.
    Ho letto "Brad Barron" e seguito ad acquistare gli speciali che gettano in edicola proprio per far cassa, in effetti però devo dire che è una delle poche miniserie terminata con decenza, un ritorno agli anni '80 di "Visitors".
    Peccato solo per il volto, ho gradito poco sia stato preso dal mio quasi vicino di casa che sta lago di Como, ovviamente sto parlando di G. Clooney.
    Lo stesso discorso vale per Greystorm che poteva tranquillamente continuare ma in quel caso ho sentito da fonte certa che è un genere che piaceva poco al fu Bonelli.
    E di Leo Pulp cosa mi dici? Definire quest'ultimo eroe hard boilded, per metà Bonfa e per metà ispirato a Cavazzano, spettacolare è appena accennarne.
    Questo è il trand attuale.
    La Star Comics ha anche realizzato qualcosa di buono, a me è piaciuto molto "Valter Buio", "Cornelio" e anche "Factor V", ne ho letti altri ma meno degni di nota.

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  3. Buon articolo, si effettivamente la statua ha qualche carenza e la potevano farla meglio,per quanto riguarda il film sono incacchiato e molto e per protesta ancora non l'ho visto,mi e' bastata la presentazione...Ma dico come si fa a fare la macchina di dylan di colore nera???Americani ??? Si come no hamburger e spiderman, gli spaghetti e dylan dog lasciatelo a noi grazie...

    Ho visto ultimamente una produzione ma credo anch'essa americana boh, di vampiri e' la prima volta che mi addormento al cinema, film Twilight e la gente, gente poi, ragazzini limonavano durante la proiezione e mi chiedevo ma dove so venuto bho ma questo e' un film hard o horror???...

    Avevo 7 anni quando andai a vedere demoni, (Lamberto Bava) che i signori americani si sognano e vidi una scena nelle sale che fece scalpore ed e' difficile da scordarsi...

    -La gente abbandono' la sala dopo neanche 20 minuti di proiezione-

    Per forza si sono cagati tutti sotto dalla paura!!!

    E noi co sto fumetto, a chi abbiamo venduto i sacri diritti???

    Agli americani!!!

    Ultimo quisito ma quanto e' piu' bello ed intigrante dalla morte dellamore????

    Ah volevo informarvi del mega flop, nelle sale del film dylandog 2010 810 dollari a sala!!!!

    Credo sia stato il film meno visto oltre continente ma pure qua chi l'ha visto???

    Io ho fatto una scelta ma rispetto chi l'ho ha visto e gli e' piaciuto...

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  4. Ciao Nico

    hai accennato ai diritti che puntualizzo comprendono tutto escluso gli albi, su Dylan Dog. Ma alla fine chi ha preso i soldi dei diritti venduti?

    Bonelli, la società Sergio Bonelli Editore o Tiziano Sclavi?

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  5. Ti stimo per l'apertura mentale verso chi ha visto dylan dog il film, ma se trovi qualcuno a cui è piaciuto ti assicuro che è meglio che gli chiami la neuro! E' un film orripilante, tremendamente stupido...

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  6. Ma io non so chi si e' cuccato i diritti e giustamente chi li detiene a fatto l'arte sua per non rimettere il discorso non era tanto quello, comunque io per protesta non lo vedro' mai anzi ribadisco che se avesse girato una produzione italiana con le bools sarebbe stato un successone e poi se c'e ne era richiesta lo esportavi, sapete quanti film horror di fulci sono aprrezzati oltreoceano e in italia nanche vengono ricordati???
    Ripeto dylan dog in mano agli americani, e' come fare sfilettare un pesce pregiatissimo ad un macellaio!!!!
    Spero si capisca la metafora!!!

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  7. I diritti per il film sono stati acquisiti dalla Platinum Studios nel 1997 e solo T. Sclavi in persona poteva cederli in quanto autore.
    Che poi abbia partecipato all'operazione anche la "Sergio Bonelli Editore" è tutto da verificare.
    Per quanto riguarda L. Fulci c'è da considerare che alcune sue creazioni sono conosciute anche da noi.
    Prendiamo ad esempio "Zombi 2", a tutti gli effetti uno dei migliori film sui morti viventi :skeleton:

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  8. Bell'articolo ste, come sempre!
    In bocca al lupo per il nuovo blog! Spero sia un nuovo inizio imparziale per tutti noi! Tutti noi confidiamo in te... L'unica voce fuori dal coro
    Dei "soliti idioti" ops scusate "ignoti"...

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  9. Ho un amico che ha una statuina pixi doppiona che baratta con l'orologio n.1
    Se qualcuno fosse interessato ...

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